venerdì 27 luglio 2012

Il torero delle Ande

C'è una scena emblematica in questa pellicola: David Gil seduto sul letto, la camera di una topaia in un qualche paesino chissà dove su per i monti, il volto tirato e stanco, in mano poche misere banconote.
300 dollari.
E' il guadagno di un giorno passato a combattere toracci dall'altre parte del mondo, solo in mezzo ad un'arena polverosa, lontano da tutto.
Che poi, fai presto a dire arena. Recinti di pietre e sassi, spalti improvvisati ricavati dai terrazzamenti del terreno, assi sgangherate, pubblico multicolore e sovraeccitato.
Non ci vuole uno scienziato a capire che di sala operatoria o di infermeria, da queste parti, nemmeno l'ombra
300 dollari per tutto questo.

Se Toro Negro era il Lars Von Trier più cupo e crudo, questo El Torero de los Andes è il Wim Wenders più arioso e lirico.
Siamo di fronte a un road movie romantico e insieme triste, che ci accompagna di là dall'oceano a seguire le peripezie di David Gil: torero di scarsi mezzi, dalla natìa Linares si trasferisce ogni anno in Perù per una campagna di un paio di mesi nei villaggi più improbabili delle montagne.
Lì David Gil si trasforma in un torero amato e idolatrato, le donne impazziscono per lui e gli uomini lo fotografano e intervistano e si ubriacano per lui.

La fotografia è superba, la collezione di personaggi pirotecnici è indimenticabile, e la storia è la autentica vicenda di vita di David Gil: El Torero de los Andes anche per questo arriva a toccare le corde dell'emozione, snocciolandosi in un'oretta di immagini mozzafiato e amare riflessioni.

Da vedere.




2 commenti:

Anonimo ha detto...

grazie per la segnalazione!
Lorenzo

matteo nucci ha detto...

grande ronda!