mercoledì 11 luglio 2012

Cose da San Fermin (2)

Il 9 luglio del 1985, corrida di Osborne, Luis Francisco Esplà chiese in prestito un cappellino a un inserviente dell'arena, sistemato nel callejon: lanciato il cappello sulla pista, Esplà andò a piantare le banderillas sul dorso di Campesino proprio sopra quel cappello.

Encierro interminabile (più di otto minuti), drammatico (6 incornati) e pirotecnico quello di Cebada Gago nel 1988: i tori presto rimasti da soli e dunque pericolosi e imprevedibili, addirittura Doloroso II a un certo punto, disorientato, invertì il senso di marcia e corse indietro fino ai corrales di Santo Domingo.

Il 13 luglio 1995 Juan Mora brindò al cielo la morte di Castellano, il Torrestrella che quel mattino aveva aperto in due Matthiew Tassio, dall'Illinois: per nulla conoscitore della tecnica della corsa, caduto per un contatto, l'americano volle rialzarsi subito invece di rimanere a terra. Castellano, che arrivava a tutta velocità, lo perforò massacrando fegato, reni, aorta.

Nel 2002 la Peta inaugurò i suoi spogliarelli, El Fandi fu dichiarato trionfatore della feria, Antonio Barrera debuttò a Pamplona con una cornata: un anno disgraziato.

Le tensioni sociali e politiche esplosero definitivamente durante la feria, nel 1978: il 9 luglio San Fermin fu sospesa, dopo tre giorni di incidenti dentro e fuori l'arena, durante i quali perse la vita German Rodriguez, ucciso da un colpo di pistola sparato da un agente di polizia.
La festa venne recuperata con un San Fermin chiquito dal 22 al 25 settembre, con tre encierros e relative corride (Antonio Perez, Guardiola, Campos Peña) e con un ambiente autenticamente sanferminero che viene ricordato come la miglior fiesta di sempre.

 L'8 luglio del 1986 una vacchetta, liberata nella plaza al terminarsi l'encierro, saltò le assi, fuggì passando per il contropista e, indovinate il percorso corretto, uscì dall'arena e si trovò sulla strada. Sulla Telefonica incornò un passante. Dopo aver seminato il panico percorrendo a tutta velocità vie e passaggi, costringendo la gente a rifugiarsi nelle macchine o a fuggire e i pastori ad inseguirla su un mezzo di Radio Popualr, finalmente fu catturata e riportata nella plaza de toros.

Serata apocalittica e gloriosa per Antonio Ferrera il 14 luglio del 2006: Murriano, il suo primo Victorino Martin, gli inflisse una cornata di 8 centimetri nel muscolo destro. Nonostante questo, Ferrera decise di combattere anche l'ultimo del pomeriggio, e Hébijon per ringraziarlo gli infilò il corno nella carne, con una doppia traiettoria di 20 e 12 centimetri. Ferrera si infilò un paio di jean, rallentò le emorragie con un nastro rosso, completò la faena e uccise il toro: recibiendo, che non aveva più forze per avanzare verso l'avversario.
Due orecchie, coda.

Un avvocato di Boston, il ventisettenne Steven O'Keefe, riuscì a farsi incornare al termine dell'encierro, all'interno dell'arena: "è stata una lezione - dichiarò - ma tornerò a correre". Era l'8 luglio 1983, tori di Julio Aguirre.

Nel 2001 la mucca pazza impazzando, i toreri che ottenevano l'orecchia dell'avversario dovevano immediatamente dopo riconsegnarla perché questa fosse incenerita. Dai menù dei ristoranti, quell'anno sparì lo stufato di toro.

Domingo Valderrama, torero sivigliano, il 10 luglio 1993 affrontò la corrida di Miura in compagnia di Antonio Campuzano e Oscar Higares. 50 chili di peso, 1 metro e 62 di altezza, Valderrama pescò al sorteggio Amargoso, un mostro di 690 chili. Gli tagliò un'orecchia.


(fotoMikel Lasa/sanfermin.com - Padilla con i pastori, 11 luglio 2012)










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