martedì 17 gennaio 2012

Pomodoro e i suoi colleghi, parte seconda


Per fortuna i tori non sanno leggere.
Cosa potrebbe mai pensare infatti quel malcapitato cornuto che, dando un'occhiata veloce al registro del suo allevatore, scoprisse di chiamarsi Dormiglione?
Con che coraggio ti presenti in un'arena, sbuffi rincorrendo una cappa, ti catapulti contro il cavallo e infine accerchi l'uomo nell'ultimo atto, se sai di chiamarti Dormiglione?
In effetti quel toro, marchiato Prieto de la Cal, si comportò come chiunque sia svegliato controvoglia e debba ahilui lasciare il caldo e comodo gaciglio: nervoso, irritabile, tignoso.
Il suo torero sudò qualche camicia per addormentarlo per sempre.

Sì lo ammetto, questo giochino mi diverte.
Già con Pomodoro e compagnia avevamo snocciolato qualche nome, e ora proseguiamo: è esercizio troppo entusiasmante per potersene privare quello di andare a sfogliare il taccuino, quello di andare a riprendere i vecchi sorteggi, e rileggere tutti in fila i nomi dei tori visti all'arena.
Così, ripassando l'agendina del 2010, ne è venuta fuori un'onomastica ancora una volta straordinaria.

Semenzaio e Vinicolo, per esempio, due tori che celebravano la terra e i campi.
Bene.
Da Lustrascarpe, uscito ad aprile, a Trasfertista uscito in settembre ci passano non solo una manciata di mesi ma l'intera evoluzione (o involuzione?) delle professioni.

I diminutivi sono terrificanti.
Perchè chiamare un toro Piccolino?
Per umiliarlo e suscitare ilarità negli aficionados?
Perchè Lupacchiotto, o Cordino?
A Ragazzone era andata già meglio, a regola.

Gli allevatori e i mayorales devono essere gente dalla fantasia fervida.
Campanaro e Rallentato, Notaio e Randagio, Lezioso e Bottiglia.
Tutti tori che ho visto uscire due stagioni fa.
Bottiglia sembra il soprannome di un avventore della locanda giù in paese.
A proposito, appunto, c'era anche Oste.

Narratore e Assaggiatore rimandano a figure di cortigiani al servizio del re, Curioso e Facciallegra suscitano simpatia, Spillo e Aguzzo parrebbero fratelli ma hanno sangue e ferri diversi.
Andaluso è un bel nome, per un toro, Sivigliano e Trianero che ne sono una declinazione anche.

Indifeso ha avuto un battesimo sfortunato, ma ha finito i suoi giorni ascoltando il Concierto de Aranjuez insieme a Tomasito, e si è riscattato così.

Insoluto, uscito nel 2010 ma nato quattro anni prima, anticipava la crisi finanziaria che attanaglia il continente; Supponente e Lezioso avevano nomi che presagivano caratteri diversi, Alfiere e Lord portavano più nobiltà nell'appellativo che non nelle cariche.

Che incredibile tradizione, quella del battesimo dei tori.
Quanta inventiva, quanta libertà, quanta visionarietà.

Nel 2010 abbiamo visto combattere una Stella e un Principiante, un Randagio e un Fandango, un Campanaro e uno Smorfioso.

Due uccellini, a dispetto della massa di muscoli e delle sciabole in testa: Cardellino e Colibri, questo secondo un giovane veragua impetuoso, un contrasto gustoso.

Pasticciere e Gelataio arrivavano da due famiglie diverse e lontane, a dispetto del nome, e Demagogo chissà se ha mai sentito il peso di quell'appellativo.

Il Garofano Rosa di Maria Luisa non fu che lontano parente di quel Bianco che ci fece vibrare, Ascolta Bene di Fidel San Roman fu invece uno dei tori migliori di tutta quella stagione.

Tanti altri ancora, nel 2010, certo.
E quell'Avatar, davvero, clamoroso: chissà se il mayoral ancora indossava gli occhialetti in 3D, il giorno in cui gli decise il nome.


(foto Ronda - Vinaiolo)

4 commenti:

Anonimo ha detto...

In realtà nulla è lasciato al caso, i tori hanno lo stesso nome della madre, e le vacche quello della famiglia, per esempio dalla vacca Clavelina (nome di fiore, "garofanina") viene il toro Clavelino
e la sorella di Clavelino potrebbe chiamarsi Rosita. Così quando esce un toro, chi conosce la ganderia sa da quale vacca e da quale famiglia viene. Sempre che l'allevatore, come è a volte capitato, non mescoli le carte per nascondere qualcosa che lui solo sa.

Saluti
Marco

el pana ha detto...

io sapevo che non tutti gli allevamenti seguono questo principio.Ad esempio mi pare che Pireto de la cal dia i nomi ai tori e alle vacche in altro modo.

RONDA ha detto...

Visitando l'allevamento di Yonnet un paio di anni fa, vedemmo un toro destinato ad una corrida concorso programmata per qualche mese dopo.
Chiedemmo al mayoral come si chiamasse, e lui rispose che ancora non aveva nome.

Anonimo ha detto...

Prieto de la Cal in genere segue la regola classica, Yonnet invece ha criteri tutti suoi, per esempio mette il "guarismo" (cifra finale dell'anno di nascita) come primo mumero del toro. Il toro 816 è il 16 dell'anno 2008. Questo lo faceva già molto prima che il "guarismo" diventasse obbligatorio.

Saluti

Marco