domenica 4 settembre 2011

Due corride a Tafalla





Ecco anche qualche nota su quel paio di corride che abbiamo visto a Tafalla due settimane fa.

Venerdì 19 agosto - La marchesa sventola per Israel Lancho

6 bestiacce di Prieto de la Cal dalla personalità differente e dalla presentazione disomogenea; il primo si rompeva un corno all'entrata ed era sostituito da un altro dello stesso ferro. Quarto e sesto i più completi, il terzo il più esigente.
Paco Ureña: silenzio/orecchia; Israel Lancho: vuelta/saluto; Ruben Sanz: fischi/fischi

I veragua di Prieto de la Cal sono tori che ovunque passano lasciano il segno, e questo deve averlo capito bene anche Israel Lancho che quel segno se l'è trovato in pieno volto: naso rotto, occhio gonfio e due denti saltati dopo esser rimasto sospeso tra le corna del secondo.
Angosciante per lui e per noi tutti.
Un pomeriggio non certo noioso quello di Tafalla, con un paio di tori parecchio interessanti (il sesto, con cabsta e nobiltà, il terzo con una bravura viva), ma che ha lasciato un retrogusto di incompiuta nella bocca di parecchi: lontani i fasti dell'indimenticabile Aguardentero della corrida di Arles, lontani i mostri della corrida di Saint Martin de Crau, nel paesino navarro abbiamo assistito a una corsa sì emozionante ma che mai veramente si è rotta. Colpa di un sestetto di tori che non passerà alla storia e di un terzetto di uomini non sempre all'altezza.
I sei cornuti de La Ruiza sono stati regolari, anche convinti ma mai esplosivi al cavallo, esigenti ma mai troppo complicati, pericolosi ma mai spaventosi.
Di fronte a loro se l'è cavata bene Paco Ureña: se con il suo primo (1 sola picca) non è riuscito a trovare la soluzione, con il quarto del pomeriggio ha dimostrato serietà e buona disposizione. La faena, condotta al centro e sotto una pioggia scrosciante, era rimarchevole per intensità con il torero sempre di faccia a un Felino completo e bravo, toro dalle corna sproporzionate che aveva preso poco prima due picche con classe forza. Paco Ureña toreava con autorità, cruzandose bene e strappando passi profondi ad un avversario difficile da trattare: orecchia per lui e grossi applausi al toro.
Dopo aver agganciato Israel Lancho al petto e avergli gonfiato la faccia, Ligero non si concedeva che con molte riserve alla muleta dell'uomo: Lancho, evidentemente provato dalla forte botta, trovava comunque le risorse per proporre un toreo a tratti elegante (inizio con tre statuari, trincherazo e passo col petto, ottimo) e deciso. Vuelta per lui dopo una forte petizione di orecchia alla quale si univa anche la Marchesa, applausi al toro. Discreto il suo lavoro di fronte a Coronel, uscito per quinto: Lancho toreava con convinzione nonostante i segni delle botte ricevuti al volto fossero davvero impressionanti, e lasciassero intuire dolore e fatica. Plastico a destra, sobrio a sinistra, il lungo torero uccideva con una spada bassa ma efficace: la richiesta di orecchia non convinceva il palco a concedere il premio, cosa che irritava Lancho che dunque rifiutava anche l'invito a dare un secondo giro d'onore.
Il terzo della giornata si mangiava Ruben Sanz dopo aver spinto nel cavallo ed essersi messo in mostra in un confronto de poder a poder al primo paio di banderiglie. Torero del tutto vinto e incapace di far fronte alla casta del suo avversario: grossi fischi per l'uomo, applausi per il toro.
A chiudere il pomeriggio Pajarraco, altro toro sprecato dal ragazzo di Soria: razza e nobiltà nell'ultimo tercio, Pajarraco si piazzava al centro e giganteggiava su un Sanz capace solo di finirlo con un bajonazo infame.

Chissà, forse con altri uomini avremmo visto una corrida diversa.

Sabato 20 agosto - La festa in chiusura

6 buoni compagni de Los Recitales, gli ultimi tre migliori per temperamento e corporatura, in generale con qualità; superiore il sesto, Adaptador, premiato con il giro d'onore.
Antonio Ferrera: saluto con qualche fischio/orecchia; Oliva Soto: silenzio/silenzio; Ruben Pinar: orecchia/due orecchie.

Per il decimo anniversario dell'idillio tra Tafalla e Los Recitales, che coincideva con l'ultima corsa della feria, tutto si è trasformato in un lungo festeggiamento: una targa al ganadero a inizio pomeriggio, una merenda pantagruelica sugli spalti al terzo toro, uscita in trionfo per Pinar e vuelta per il sesto.
La festa, via.
Va detto che il lotto dei Recitales, pur non avendo le durezze e le punte di interesse dei Prieto della vigilia, ha portato sulla pista una casta non scontata e una nobleza non qualunque e soprattutto una buona dose di carattere. Peccato solo che i tre toreri non abbiano davvero voluto esplorare tutte le qualità dei loro avversari, accontentandosi di unirsi al clima di giubilo con un approccio sempre facilotto e superficiale.

Antonio Ferrera, irritato in un paio di occasioni dall'entusiasmo gioioso del pubblico, liquidava il Naranjero di apertura (carrozzeria di un noviglio più che di un toro) con una spada laboriosa dopo averlo trattato tutto di profilo. Male. Ventero, uscito per quarto e che sfoggiava un trapìo seducente, prendeva una sola picca prima di affrontare il maestro in un accidentato confronto diretto alle banderiglie. La faena era tipicamente made in Ferrera, profilata e volgarotta, con il toro lontano e con più di un dettaglio populista. Il tutto però era capace di interloquire con le gradinate e, nonostante un pinchazo e un'intera giù per la schiena, Ferrera poteva passeggiare un'orecchia in una vuelta festeggiata.
Nei giorni precedenti il pastore tedesco era a Madrid per la Giornata Mondiale della Gioventù, sicuramente questo 20 agosto non passerà alla storia come la Giornata Mondiale di Oliva Soto. Diciassette descabellos per lui su due tori, la sensazione continua di avere davanti un torero con la testa e il corpo altrove e senza strumenti, il primo toro fatto massacrare alla picca. Ma soprattutto quel Castellano (quinto della giornata) lasciato passare con leggerezza, quando invece era un partner da trionfo maiuscolo: il toro partiva da lontano con vivacità, aveva una carica vibrante ma ordinata, e porgeva le due orecchie su un vassoio d'argento. Ma Castellano era mortificato da un toreo insipido e banale e il tutto finiva in un triste silenzio.
Ruben Pinar usciva in trionfo dopo aver tagliato tre orecchie: la prima a Resinero che, accolto bene ginocchio a terra e molinete, e costretto ad abbassare progressivamente la testa a sinistra, per contraccambiare prendeva villanamente il torero con un corno e gli squarciava pantalone e pelle.
Arrivava infine quell'Adaptador che il clima di festa obbligava a mettere al cavallo una sola volta, quando invece l'animale aveva qualità per interpretare un tercio de varas ben più intenso e completo. Alla muleta Adaptador si toreava da solo, elegante e pronto sulle due corna, e permetteva a Pinar un trionfo completo: peccato che il giovane torero non si sia esposto di più e non abbia cercato più profondità, accontentandosi di un lavoro sì plastico e aggraziato ma senza sugo. La faena dunque risultava piacevole (un paio di naturales davvero buoni) e soprattutto convinceva un pubblico sollazzato poco prima da bocadillos e sangria: il meglio Pinar lo dava alla spada, con un terzo di lama entrando bene e soprattutto con un descabello imperioso.
Due orecchie per il ragazzo, giro d'onore per Adaptador.
Happy birtday.

Finiva così la nostra feria: a questo link una galleria di foto su quei due giorni.
Viva Tafalla.


(foto Ronda - arena di Tafalla)





2 commenti:

Paco Montesinos ha detto...

Interesante la corrida de Prieto de la Cal para los aficionados y para el ganadero que puede haber encontrado otra vez el camino de toros que embistan con fuerza y poder llegando con nobleza a la muleta pero si se les hacen bien las cosas.

Me hubiera gustado poderte conocer no se donde te encontrarias, yo estaba cerca de los amigos de la Cabaña Brava, en el tendido del 1.
Un saludo.

Anonimo ha detto...

Avendo visto Aguerdentero e la corrida di S. Martin, i tori di Tafalla di Prieto de la Cal ti saranno sembrati solo "regolari", ma non preoccuparti, della stessa ganaderia ho visto di peggio.

Quello che ho notato è che sono su un buon cammino e forse si inizia a vedere il frutto di un lavoro di selezione di tanti anni. Peccato che il primo, il più spettacolare, sia stato rovinato facendolo schiantare di proposito su un burladero usato come arma impropria (altro aggeggio che dovrebbe essere bandito in una tauromachia seria).

Saluti.

Marco