venerdì 22 luglio 2011

Umili e fenomeni


Se conoscete il francese prendete questo libro e leggetelo.
Se non conoscete il francese fate un corso e studiatelo, e poi prendete questo libro e leggetelo.
Perché che Jacques Durand fosse una delle penne più ispirate, eleganti ed evocative della letteratura taurina lo sapevamo; ma che un libro, un solo libro, potesse toccare questi livelli di romantica poesia, di pienezza, ecco dovevamo leggere questo per scoprirlo.

Gli Humbles et Phénoènes del titolo sono quegli uomini che fanno la corrida, quelli che si vestono di luci e quelli che se ne consumano nell'ombra, quelli a cui il toro ha regalato la vita e quelli che all'arena hanno trovato la morte, quelli che sognano, quelli che sudano, quelli che lottano e quelli che ricamano.
Toreri e areneros, albergatrici e vaccari, puntilleros e appassionati.
Jacques Durand ci dipinge le loro storie, storie che raccontano di polvere o di argenteria, di vino rosso o di champagne frizzante, di miseria o di lusso: e lo fa con la sua prosa barocca, avvolgente, unica.

Tra gli Umili e Fenomeni c'è El Cordobes che a Nimes, uscito in trionfo dall'anfiteatro e già all'apice della carriera, mentre in albergo lo aspetta un ricevimento dorato, fa fermare l'autista di fianco a un campo di pomodori e ancora vestito con il traje ci si infila furtivamente, ne ruba qualcuno che poi mangia dietro a un cespuglio, nascosto.
C'è Alain Steva che negli anni '60 provò ad essere torero di Francia, fallì e si tolse la vita: lasciò un biglietto, "vestitemi con il mio traje de luces". L'aveva indossato una sola volta.
C'è il misconosciuto El Pinturero che, spaventato più dall'acqua che dai tori, arrivava all'arena in paracadute. Morì annegato al largo di Cartagena, in Colombia, un colpo di vento lo fece precipitare nell'oceano.
Ci sono Dolores e Milagrosa, due sorelle du Burgos che a Madrid gestivano una pensione dove davano albergo ai maletillas che passavano di lì. C'era sempre un piatto di zuppa per ognuno di loro.
C'è Canelo, un passato da subalterno e un presente da muratore: sta costruendo un'arena in muratura, mattone per mattone, nel suo villaggio natale. Da solo. Servirà come spazio per una scuola taurina.
C'è quel torero che un giorno ad Arles brinda un toro a Picasso: il pittore, per ringraziarlo, gli autografa un suo disegno e glielo fa avere. Arrivato all'hotel, il torero è furioso: "questo pittore è un cane...gli brindo un toro e lui mi ripaga con questa crosta".

Ci sono queste e altre cento storie, straordinarie.

1 commento:

Zanzibar ha detto...

Contente que ça t'ait plu (enfin, je suppose que c'est ça que tu dis...)
Je vais le relire dans le train pour Orthez !