venerdì 9 ottobre 2009

Visita alla ganaderia di Sanchez Arjona (2)

(Continua e si conclude il racconto di Marco sulla sua visita alla ganaderia)

Proseguiamo nella visita e vediamo le vacche con i vitellini appena nati, poi gli erales (torelli di due anni) che ci corrono incontro festosi, in quanto associano il rumore del fuoristrada con un arrivo fuori orario di cibo (ma ne saranno delusi) quindi passiamo agli utreros (di tre anni), alcuni già pronti per essere toreati in una plaza e quindi più corpulenti, perché hanno goduto di un vitto speciale, mentre i loro coetanei che diverranno tori di quattro anni lo riceveranno solo la prossima stagione.
Don Javier ci mostra un lotto destinato a una corrida a cavallo (rejoneo) in cui spicca un novillo con le corna molto aperte (playero), di quelle che non piacciono ai toreri “perché non entrano nella muleta”, e quindi finirà in questo modo, perché nel rejoneo si può per regolamento tagliare le punte delle corna (e per questo non ci piace).

Vediamo infine i tori adulti, tra cui un gruppo già separato che è sul punto di essere imbarcato per un paese della provincia di Segovia, Cantalejo, dove il prossimo 18 agosto sarà affrontato nientepopodimeno che da El Fandi, Manzanares e Cayetano, i quali taglieranno tre orecchie cada uno.
Indubbiamente i tori, per una piazza di quella categoria, sono ben presentati, hanno trapìo e sono ben armati, ma non posso fare a meno di osservare che sovente dal campo alla plaza questo tipo di tori, per questo tipo di corride, soffrono a volte delle strane perdite di materiale osseo nelle corna sulle cui cause è meglio non approfondire.
Non c’è dubbio che dall’allevamento escono integri, ma il tragitto fino alla plaza è lungo…

Visto il risultato in termini di trofei, è evidente che i tori destinati a Cantalejo, con il loro comportamento hanno propiziato il trionfo, come è loro richiesto in questo genere di spettacoli.
Nella tenuta pascola un semental (riproduttore) che è stato indultato dal Juli: il ganadero mi assicura che funziona bene, e se lo dice lui sarà così, d’altra parte per il tipo di mercato che hanno questi domecq, la selezione più che al cavallo si fa con la muleta. Ad una mia precisa domanda, il ganadero mi ha confermato che le vacche le prova quando hanno due anni, so che gli allevatori che vogliono vedere la casta nel primo tercio le provano quando di anni ne hanno tre.
Non abbiamo la ventura di incrociare nel nostro tragitto l’indultato, ma Don Javier ci tiene a farci vedere un altro semental per raccontarci la sua curiosa storia. Era un toro destinato ad una corrida a Dax, in Francia, ma nei corrales della plaza, lui ed i suoi compagni si sono prodotti in una spettacolare e furibonda rissa, di cui esiste anche una famosa foto di Phlippe Salvat, « Bagarre générale au débarquement des toros de Sanchez Arjona » (pluripremiata e vincitrice di un concorso di fotografia anche in Giappone) che il ganadero ci mostrerà, e che effettivamente riproduce una scena dantesca.
Il toro ne esce piuttosto malconcio, e viene rimandato indietro approfittando di un trasporto di ritorno, perché se deve morire lo faccia dove è nato, e non dia problemi nei recinti di Dax. Ma soprendentemente il toro non muore, e si rimette in salute. A questo punto la Commissione Taurina di Dax, che comunque il toro lo aveva comprato, decide di regalarlo a un giovane torero francese, El Santo, per un allenamento a porte chiuse in vista della sua alternativa.
Ma il toro, che evidentemente aveva capito l’importanza di “
marcare visita, risulta affetto da una nube in un occhio che lo rende complicato da toreare, e non certo idoneo da regalare ad un giovane torero.
Così la sfanga anche questa volta, ma il tempo passa, il toro compie sei anni, ed a questo punto non può più essere toreato. Il suo destino sembra essere il mattatoio, ma poiché è di bell’aspetto e di nobili natali, il ganadero fa un estremo tentativo e lo prova in una tienta de machos facendolo toreare, con le cautele del caso, da un esperto in tentaderos come Lopez Chavez.
Il toro passa l’esame e viene tenuto come riproduttore, si può dire che si è indultato da solo, forse con più merito di altri…

La visita nel campo è conclusa, ma prima di finire il giro ritorniamo a vedere come sta il toro curato. Lo troviamo dove lo abbiamo lasciato, dorme profondamente, ma è vivo, respira, muove le narici e le orecchie. Si sveglierà dolcemente quando l’anestetico avrà esaurito l’effetto. Se invece gli fosse stato iniettato l’antidoto, il risveglio sarebbe stato più rapido, ma più brusco. Il toro suo amico continua a vegliarlo da lontano.

Don Javier ci congeda, non senza averci fatto vedere la famosa foto della bagarre nei corrales di Dax, ed un cartel ingiallito di un festival in cui egli toreò da aficionado practico, con altri allora giovani ganaderos, e con l’indimenticabile critico taurino Alfonso Navalon (*), scomparso quattro anni fa, che ammiravo molto e che ebbi l'occasione di conoscere.
Il ganadero ama la canzone tradizionale spagnola, e ci promette che la prossima volta ci porterà a vedere i Coquilla, gli ultimi discendenti di quei tori con divisa verde y oro della ganaderia salmantina immortalata nella copla di Concha Piquer per il suo amore impossibile per un torero.

* galleria dei Coquilla su CyR
* galleria su una tienta da Sanchez Arjona su CyR


(testo e foto di Marco Coscia)

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