giovedì 11 giugno 2009

Escolar Gil e La Quinta, le altre due




Per chiudere con i reportage sulle corride di Vic, non rimane che parlare di quella di Escolar Gil (sabato) e di quella de La Quinta (lunedì): in viaggio da Nimes al Gers, non abbiamo potuto partecipare alla novillada di apertura delle sabato mattina, a sentire gli amici un ottimo antipasto con i novillos di Flor de Jara (fino all'anno scorso Bucaré ) a dare spettacolo.

Escolar Gil e La Quinta, ovvero due intepretazioni diverse del sangue santacoloma: via Albaserrada i primi e via Buendia i secondi.
Partiamo con il dire che i due allevamenti hanno portato a Vic sei tori ognuno dalla presentazione a dir poco impeccabile: il solo osservare quei tori all'ingresso, a correre lungo le assi quasi come ad una sfilata per farsi ammirare, le corna solide ed affilate, il corpo proporzionato, la testa imponente e lo sguardo bravo...solo questo, lo confessiamo, valeva metà del biglietto.
Le due corse però hanno avuto, e come potrebbe essere altrimenti..., esiti diversi.

Gli Escolar del sabato sono usciti pericolosi e selvaggi, implacabili al minimo errore dell'uomo.
Ciò che impressionava nel lotto era la straordinaria ed inconcepibile agilità che permetteva a quei carroarmati di 500 kg di girarsi come una pantera, appena sparita la muleta.
Un passo e hop, una giravolta felina e subito le corna al ventre dell'uomo, un altro passo e hop quel movimento improvviso e fulmineo a rimettersi sul torero.
Fatta eccezione per il quarto, di cui diremo fra qualche riga, gli albaserrada del sabato eruttavano fiumi di casta e lasciavano ben poche possibilità agli uomini, tori duri e difficili e assai poco malleabili: impossibile ingannarli.
Aguilar riusciva in un lavoro con la capa da applausi di fronte al suo primo, al quale arriverà poi a tirare qualche buona serie a destra durante la faena.
Il quinto del pomeriggio gli lascerà poche opzioni, e il torero non riuscirà a venirne a capo.
Mora, dopo aver rovinato con la spada un lavoro meritorio al terzo, farà segnare un mezzo naufragio con l'utimo del pomeriggio, sotto i fischi di un pubblico davvero esigente.
A uscire con il sorriso, e con un trofeo in tasca, sarà dunque il solo Rafaelillo.
Callejero 1, in quarta posizione, è un signor toro che prende due buone picche (a nostro avviso una terza non sarebbe stata di troppo) e che alla muleta si presenta con una nobleza sincera e non artificiale, pronto a concedersi al toreo ma altrettanto pronto a ricordare al torero che nelle vene scorre sangue dalla casta viva.
Rafaelillo, che non sarà un grande artista ma un combattente valoroso invece sì, approfitta delle qualità del suo avversario per disegnare un lavoro fatto di coraggio e profondità, soprattutto a destra dove Callejero1 arriva con una carica più ordinata e accessibile.
Il toro farà la vuelta con una sola orecchia, l'altra rimasta nelle mani di un Rafaelillo che la porterà con giustificato orgoglio nel meritato giro d'onore.

Meravigliosi per trapio i La Quinta del lunedì, e protagonisti della corrida più completa e rotonda del ciclo.
A sostituire El Fundi, di cui non raramente si è sentita la mancanza nel corso della feria, proprio Rafaelillo che con il successo del sabato guadagnava questo nuovo contratto.
Dopo l'ovazione all'ingresso per il vecchio leone Luis Francisco Esplà, nel suo anno di addio alle corride, la scena è tutta e presto per i sei La Quinta, che hanno mostrato bravura al cavallo e motore alla muleta, e che avrebbero meritato una terna di uomini più attrezzata e robusta.
Toccano ancora a Rafaelillo gli applausi più vibranti della giornata: Negrero sembra atterrato sull'arena per ribadire che un toro integro e con casta è un animale unico e divino, le corna sfiorano il cielo e i muscoli del collo sono la Forza fatta carne.
Alla prima picca il cavallo deve retrocedere, sotto la spinta di quella locomotiva, fino ad appoggiare il fianco alle assi, l'altro alla mercé dell'assalto. Nel secondo arrembaggio l'urto è se possibile ancora più violento e potente, intransigente.
Buono il lavoro della cuadrilla, i peones salutano dopo tre paia di banderillas ben assestate.
Rafaelillo prende il panno rosso e la battaglia continua: nessuna concessione alle fioriture, uomo e toro sono al centro dell'arena e protagonisti di un combattimento vero.
Negrero mette bene le corna, attacca incessantemente la muleta, e insieme cerca il corpo dell'uomo: Rafaelillo ha il merito di non abdicare, si ingaggia completamente nella sfida e dopo qualche passaggio a singhiozzo riesce a ricamare un paio di serie armoniche e impensate.
L'emozione è grande, Negrero è un toro vero e pericoloso, Rafaelillo è in quel momento modello di coraggio e del valore.
Si chiude con una intera un pò laterale ma efficace, un'orecchia per il torero e una richiesta di vuelta (non accordata) per Negrero: a mio avviso sarebbe stata meritata almeno quanto quella a Callejero1 del sabato.
Di Aguilar, che ha firmato insieme i gesti più eleganti e i momenti più folli del pomeriggio abbiamo già detto nel post precedente. Di Esplà invece ricorderemo la classe atemporale, quel sapore di una tauromachia di altri tempi che ha ogni suo gesto, il bel modo torero.
Per la prima volta vedevamo i La Quinta e abbiamo assistito ad una corrida piena, palpitante, ricca, con tori completi e pericolosi, difficili da dominare ma capaci di regalare emozioni in ogni momento.
Una corrida di toros bravos, cosa chiedere di più...

(foto Ronda - Vinatero, n° 28, di Escolar Gil)

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